Presentati il piano di formazione “E’ Ora” e il progetto di ricerca “Riunisci” sulla valutazione del potere inclusivo dello sport sociale in collaborazione con l’Università di Tor Vergata.
Stando ai dati Istat pre-Covid, in Italia nel 2019 poco più di un individuo su 5 era a rischio di povertà e di esclusione sociale. Contro il rischio marginalità, un’azione importante la faceva lo sport di base, quale leva di socialità, educazione, ed inclusione, oggi però fortemente piegato dalla pandemia. A pochi mesi dall’inizio dell’allerta Covid, era emersa chiara da parte delle organizzazioni sportive di base l’esigenza dello sviluppo di competenze chiave utili a una ripartenza in sicurezza ed efficace.
Dal bisogno di sostenere lo sport di base, strumento cardine contro l’esclusione sociale, nascono quindi i due progetti “E’ Ora” e “Riunisci”, entrambi finanziati da Sport e Salute Spa e presentati da 4 dei maggiori enti di promozione sportiva del Paese: ACSI (Associazione centri sportivi italiani), AiCS (Associazione italiana cultura sport), CSEN (Centro sportivo educativo nazionale), e il Centro Sportivo Nazionale LIBERTAS, che da soli rappresentano nel Paese quasi 7 milioni di sportivi amatoriali. Il primo, “E’ Ora – Servizi di aggiornamento e assistenza all’associazionismo sportivo per la ripartenza”, è un pacchetto formativo rivolto agli operatori e ai dirigenti delle organizzazioni sportive sociali e si pone l’obiettivo generale di sviluppare conoscenze e competenze utili alla ripartenza del movimento sportivo di base. Il secondo, “Riunisci – Ricerca Università Sport e Contributo Inclusione” è invece un progetto di ricerca condotto in collaborazione con l’Università di Tor Vergata e che si pone come obiettivo la valutazione dell’impatto sociale dello sport di base sul territorio italiano e la costruzione di politiche di indirizzo del movimento sportivo amatoriale e azioni che concorrano a promuovere inclusione, aggregazione e partecipazione attiva alla vita sociale. I progetti sono stati presentati entrambi questa mattina a Roma nel corso della conferenza stampa on line alla presenza dei dirigenti dei 4 Enti, dell’Università di Tor Vergata, e del presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli.
“E’ ORA” – LA FORMAZIONE GIUSTA PER RIPARTIRE CON COMPETENZA
L’indagine condotta da Sport e Salute a luglio 2020, su un campione complessivo di 2.546 organizzazioni sportive italiane, faceva emergere in modo chiaro l’esigenza di sviluppo delle conoscenze e competenze utili ad una ripartenza “a tutto tondo” del movimento dello sport di base, affinché la crisi, dovuta agli effetti dell’emergenza Covid, potesse essere superata attraverso occasioni di formazione, aggiornamento e assistenza che possano avere effetti a medio e lungo termine sulla tenuta e sulla sostenibilità delle organizzazioni. Sulla base delle esigenze emerse, ACSI, AiCS, CSEN e LIBERTAS – con il finanziamento di Sport e Salute – danno il via al pacchetto formativo “E’ Ora! Servizi di aggiornamento e assistenza all’associazionismo sportivo per la ripartenza” che approfondirà e svilupperà tematiche giuridico-legali e di privacy, fiscali e previdenziali, gestionali e contabili, di gestione degli impianti sportivi. L’obiettivo è quello di rafforzare le competenze, anche digitali, dei comitati regionali e provinciali degli enti sportivi, punto di riferimento dell’associazionismo sportivo sul territorio, e di offrire assistenza e formazione a dirigenti e operatori delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche.
Il progetto, che proseguirà fino a luglio prossimo, andrà a erogare i servizi di aggiornamento e assistenza su tutto il territorio nazionale, e imposterà un’azione pilota su 8 regioni italiane dove verranno formati gli esperti dei Comitati regionali e andrà a erogare i servizi a livello territoriale. Il pilota offrirà la possibilità di promuovere la funzione degli enti di promozione sportiva come centri-servizio per il territorio, impostando occasioni formative in presenza e assistenza online H24. La sperimentazione consentirà di costruire un modello replicabile in futuro su tutti i territori italiani.
“RIUNISCI” – VALUTARE L’IMPATTO SOCIALE DELLO SPORT DI BASE PER FORTIFICARE LA SUA AZIONE SOCIALE
Se in epoca pre-Covid, 1 persona su 5 in Italia era a rischio esclusione, con l’isolamento causato dalla pandemia i dati si aggravano e la tenuta sociale diventa ancora più a rischio. Serve dunque fortificare le azioni dello sport di base a favore dell’inclusione e del benessere psico-sociale, partendo però da una valutazione scientifica e rigorosa dell’impatto sociale dello sport per tutti sul territorio. Da qui, la ricerca “Riunisci”, che i 4 enti condurranno dalle prossime settimane in collaborazione con Uni.Tor Vergata. Attraverso un questionario rivolto a 7mila persone (uomini e donne che praticano sport di base, tra gli 11 e i 65 anni; famiglie di ragazzi adolescenti; allenatori e preparatori atletici), la ricerca indagherà in che modo sport e attività motoria siano strumenti che, per via diretta, promuovono l’inclusione sociale, il contrasto della xenofobia, la solidarietà, educazione alla legalità o che, per via indiretta, hanno impatti di coesione sociale.
Raccolti i dati, obiettivo strategico del progetto sarà poi quello di promuovere politiche di indirizzo del movimento sportivo amatoriale e non, atte ad attuare azioni che concorrano a promuovere inclusione, aggregazione e partecipazione attiva alla vita sociale. Nel perseguimento di tale obiettivo, a fronte del quadro generale che emergerà dalla ricerca, Università ed enti di promozione insieme costruiranno quindi un Report divulgativo che metterà in condizione ACSI, AiCS, CSEN E CNS LIBERTAS di raggiungere i comitati, le associazioni e società sportive, gli affiliati, nonché l’intera comunità, attraverso la promozione di una campagna pubblica ad hoc.
MOLEA: “PROGETTI PER IL FUTURO”. COZZOLI: “SOSTENIAMO L’ASSOCIAZIONISMO, COSI’ ALLARGHIAMO LA BASE”
Tra gli altri sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione il Presidente Bruno Molea durante la conferenza stampa: “Presentiamo con grande orgoglio due importanti progetti fortemente voluti da queste quattro associazioni, che testimoniano quanto sia importate stare insieme. Tutti abbiamo sentito la necessità di avere a fianco l’Università Tor Vergata che ci accompagna in questo viaggio attraverso la ricerca. Il Covid ha dilaniato il tessuto sociale sportivo e le varie società che si muovevano nel territorio, molte non ce l’hanno fatta. C’è stato un intervento massivo da parte del Governo con ristori a pioggia, ma oggi con la ripresa è tempo di fare interventi strutturati, serve avere prontezza di riflessi, le associazioni devono essere competenti e veloci di fronte ai propri associati. Questo il leit motive che ci ha messo assieme a Sport e Salute, senza il quale non potremmo fare questo percorso. È un valido alleato che condivide il valore dello sport di base e dell’associazionismo, oggi strumento di welfare del Paese”.
Le parole di Vito Cozzoli di Sport e Salute: “Questi progetti sono la leva sportiva e sociale del Paese. Sosteniamo con grande forza queste iniziative, che rappresentano il rinnovamento, vogliamo dare a tutto il mondo sportivo maggiore efficienza e venire incontro alle esigenza delle varie realtà. Lo sport contribuisce a uno stile di vita corretto e sano. Da questa unione si capisce che c’è voglia di fare squadra, esprimo un plauso a queste quattro associazioni che si sono messe assieme per uno scopo ben preciso, il ringraziamento va ai quattro presidenti di questi enti di promozione, che esprimono vitalità. Vogliamo sostenere le esigenze e i bisogni delle società che operano sul territorio, investire sul tessuto sociale soprattutto verso quelle zone più svantaggiate, non a caso è partito un contest proprio dalla Calabria e da Cosenza. La nostra azione è portate avanti in maniera continuativa progetti seri e duraturi come questi. Le azioni di Sport e Salute saranno orientate alle attività di base, ai centri. Nel particolare il progetto “È Ora” nasce da esigenze concrete, grazie a un’indagine partita nel giugno del 2020 proprio da noi. Dobbiamo creare un circolo virtuoso, se investiamo sempre più persone faranno attività e si allargherà la base in maniera progressiva. Siamo il quinto Paese più sedentario d’Europa, noi che operiamo a più livello abbiamo delle responsabilità, dobbiamo fare qualcosa di concreto perché solo così ci saranno più persone che praticheranno sport”.